Cosa deve fare il cittadino?
Capitolo 3
Il Vademecum è diviso in vari articoli:
Vademecum per il risparmio energetico
Cosa deve fare il cittadino?
Modificare gli orari di accensione
Gli impianti di riscaldamento a gas metano presenti in gran parte delle abitazioni sono costituiti da tre elementi fondamentali: una caldaia (generatore di calore), una rete di distribuzione dell’acqua e, infine, i terminali che emettono il calore negli ambienti (i comuni termosifoni, i ventilconvettori oppure i pannelli radianti a pavimento, soffitto o parete).
Altro fattore importante dell'impianto di riscaldamento è il sistema di regolazione dell'impianto che permette:
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Regolare la temperatura interna degli ambienti
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Regolare la temperatura dell’acqua che viene inviata all’impianto per riscaldamento
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Regolare i periodi e gli orari giornalieri di accensione
Il consumatore ha la possibilità di modificare la temperatura dell'acqua calda sanitaria per ridurre gli sprechi, se la caldaia è utilizzata anche per la produzione di acqua calda.
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Regolare la temperatura dell’acqua per produzione di acqua calda sanitaria
I principali sistemi di regolazione dell'impianto di riscaldamento
Sistemi che regolano la temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento
Efficienza
Non è presente un sistema di regolazione automatica. La gestione avviene manualmente tramite il termostato di caldaia, che controlla la temperatura dell’acqua che viene inviata ai terminali dell’impianto.
Vantaggi
Nessuno. È la condizione base di qualsiasi impianto con caldaia a gas.
Svantaggi
Non è presente alcuna regolazione che tenga conto delle condizioni climatiche esterne o della temperatura presente all’interno degli ambienti.
Efficienza
Vantaggi
Evita consumi eccessivi quando le temperature esterne non sono rigide (è fortemente consigliato in abbinamento a caldaie a condensazione).
Svantaggi
Non sono presenti sensori della temperatura interna. Nei vari ambienti si potranno avere temperature e livelli di comfort diversi, a seconda degli effetti dell’irraggiamento solare, del diverso grado di occupazione e dei diversi apporti interni che caratterizzano i locali.
Sistemi che regolano la temperatura interna degli ambienti
Efficienza
La regolazione è affidata a un dispositivo (termostato) che misura la temperatura interna all’abitazione ed aziona o spegne la caldaia sulla base della temperatura desiderata. È di fatto un pulsante on/off, installato all’interno dell’ambiente riscaldato che comanda l’attivazione della caldaia in funzione della temperatura ambiente. Se permette anche di impostare i periodi di accensione è detto cronotermostato.
Vantaggi
Consente il controllo della temperatura desiderata nell’abitazione e degli orari di accensione.
Svantaggi
La temperatura è regolata sulla base del solo locale dove è installato il termostato. La temperatura degli altri locali può differire da quella desiderata se questi sono caratterizzati da apporti solari o da occupazione diversi. Nessun controllo della temperatura dell'acqua in mandata all’impianto.
Efficienza
La regolazione per singolo ambiente si basa sulla presenza di dispositivi che agiscono singolarmente su ciascun corpo scaldante. Nei comuni impianti domestici vengono utilizzate le valvole termostatiche, che regolano il flusso dell’acqua calda nei radiatori e, conseguentemente, il calore che questi cedono all’ambiente interno, consentendo di non superare, nei locali dove sono installate, la temperatura media dell’intero appartamento. In alternativa alle valvole termostatiche tradizionali possono essere impiegate valvole termostatiche elettroniche comandate dal termostato ambiente di ogni locale.
Vantaggi
Si può regolare la temperatura di ogni singolo ambiente sulla base delle esigenze, evitando ad esempio di riscaldare ambienti non utilizzati o di surriscaldare le stanze esposte a sud.
Svantaggi
Nessun controllo della temperatura dell'acqua di mandata all’impianto. Altri svantaggi sono dovuti a possibili problematiche di installazione (es. errato posizionamento dei sensori).
In aggiunta alle tipologie precedenti, è possibile avere sistemi più efficienti che combinano alcune delle soluzioni descritte, come, ad esempio:
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5 – Regolazione per singolo ambiente + climatica
Regolazione effettuata tramite la combinazione di una regolazione per singolo ambiente e di una regolazione climatica con sonda esterna di temperatura.
6 – Regolazione per zona + climatica
Regolazione effettuata tramite la combinazione di una regolazione con cronotermostato di zona e di una regolazione climatica con sonda esterna di temperatura.
7 – Regolazione per zona + regolazione per singolo ambiente
Regolazione effettuata tramite la combinazione di una regolazione con cronotermostato di zona e di una regolazione per singolo ambiente con valvole termostatiche sui radiatori.
Inoltre bisogna considerare che è sempre possibile, anche in quegli impianti che non possiedono una sonda esterna per la regolazione automatica della temperatura dell’acqua di mandata all’impianto di riscaldamento, agire con la regolazione manuale (secondo la tipologia di regolazione n.1, sempre presente).
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Impianto di riscaldamento autonomo o centralizzato?
Si definisce impianto di riscaldamento autonomo quello al servizio di una singola unità immobiliare, impianto centralizzato quello a servizio di più abitazioni.
Nel primo caso sarà l’inquilino stesso a gestire il proprio impianto, spegnendo e accendendo la caldaia e regolando la temperatura nel rispetto dei limiti imposti dal DM 383/2022.
Nel secondo caso parte della regolazione (orari di accensione e regolazione della temperatura di mandata dell’acqua) sarà demandata al terzo responsabile incaricato dall’amministratore di condominio, mentre la regolazione della temperatura degli ambienti dovrà essere gestita dagli abitanti.
Chi è il terzo responsabile negli impianti condominiali?
Il terzo responsabile è la persona fisica o giuridica delegata dai condomini come responsabile dell'esercizio, della conduzione, del controllo e della manutenzione degli impianti termici, in accordo con l’Art. 6, comma 1 del D.P.R 74/2013.
Impianto autonomo: quale tipologia di regolazione?
La maggior parte degli impianti autonomi sono dotati di un cronotermostato di zona per la regolazione della temperatura dell’intero appartamento, in accordo con quanto previsto dal DPR 412/93
Obbligo di installazione sistemi di termoregolazione per impianti autonomi
Dal 1993, con l’emanazione del DPR 412 attuativo della legge 9 gennaio 1991, n. 10, è obbligatorio che gli impianti termici autonomi di nuova installazione o soggetti a ristrutturazione siano dotati di: «Un sistema di termoregolazione pilotato da una o più sonde di misura della temperatura ambiente con programmatore che consenta la regolazione di questa temperatura su almeno due livelli di temperatura nell’arco delle 24 ore». (Articolo 7, comma 6, DPR 412/93)
In aggiunta alla regolazione di zona, gli impianti autonomi possono essere dotati di dispositivi per la regolazione della temperatura dei singoli ambienti (valvole termostatiche) o per la regolazione climatica (sonda esterna di temperatura).
A seconda del tipo di dispositivi presenti nell’abitazione, sono diverse le procedure che gli utenti devono seguire per gestire correttamente gli impianti al fine di regolare la temperatura interna degli ambienti, i periodi e gli orari giornalieri di accensione e la temperatura dell’acqua che viene inviata all’impianto di riscaldamento.
Di seguito si riportano le configurazioni più frequenti nelle abitazioni con impianto di riscaldamento autonomo, caratterizzate da un livello almeno minimo di regolazione (configurazioni A, B, C) e accompagnate dall’indicazione sintetica delle modalità di regolazione, che saranno approfondite nei capitoli successivi dedicati a ciascuna tipologia di dispositivo.
In alcuni casi (configurazione D), ormai rari in quanto non più previsti dalla normativa, può non essere presente alcuno strumento di regolazione, che deve essere effettuata manualmente tramite il termostato della caldaia.
Configurazione A
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Regolazione temperatura interna tramite cronotermostato
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Regolazione orari di accensione tramite cronotermostato
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Impostazione manuale della temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento tramite termostato di caldaia
Configurazione B
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Regolazione temperatura interna tramite valvole termostatiche
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Regolazione orari di accensione tramite cronotermostato
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Impostazione manuale della temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento tramite termostato di caldaia
Configurazione C
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Regolazione temperatura interna tramite cronotermostato
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Regolazione orari di accensione tramite cronotermostato
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Regolazione temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento automatica, tramite sonda esterna di temperatura
Impianto centralizzato: quale tipologia di regolazione?
In accordo con gli obblighi dettati dal DPR 412/93, la maggior parte degli impianti centralizzati sono dotati di una centralina di controllo (programmatore) che consente di impostare i tempi di accensione dell’impianto e di una sonda esterna di temperatura, che permette di regolare automaticamente la temperatura di mandata dell’acqua ai radiatori sulla base della temperatura esterna. Sono generalmente anche dotati di valvole termostatiche per la regolazione della temperatura interna delle singole unità immobiliari, spesso installate in occasione dell’adeguamento dell’impianto agli obblighi di contabilizzazione previsti (salvo deroghe) dal D.Lgs 102/2014.
Obbligo di installazione sistemi di termoregolazione per impianti centralizzati
Dal 1993, con l’emanazione del DPR 412 attuativo della L.10/91, è obbligatorio che gli impianti termici centralizzati di nuova installazione o soggetti a ristrutturazione, qualora la potenza nominale del generatore di calore o quella complessiva dei generatori di calore sia uguale o superiore a 35 kW, siano dotati di: «un gruppo termoregolatore dotato di programmatore che consenta la regolazione della temperatura ambiente almeno su due livelli a valori sigillabili nell'arco delle 24 ore. Il gruppo termoregolatore deve essere pilotato da una sonda termometrica di rilevamento della temperatura esterna». (Articolo 7, comma 2, DPR 412/93) «Il sistema di termoregolazione di cui al comma 2 del presente articolo può essere dotato di un programmatore che consenta la regolazione su un solo livello di temperatura ambiente qualora in ogni singola unità immobiliare sia effettivamente installato e funzionante un sistema di contabilizzazione del calore e un sistema di termoregolazione pilotato da una o più sonde di misura della temperatura ambiente dell'unità immobiliare e dotato di programmatore che consenta la regolazione di questa temperatura almeno su due livelli nell'arco delle 24 ore». (Articolo 7, comma 4, DPR 412/93) Il D.Lgs 102/2014 e s.m.i., attuativo della Direttiva 2012/27/EU, ha reso inoltre obbligatoria, entro il 31/12/16 (con proroga al 30/06/17), l’installazione di sistemi di contabilizzazione del calore e di termoregolazione delle singole unità immobiliari. Eventuali casi di impossibilità tecnica dell’installazione dei sistemi di contabilizzazione o di inefficienza in termini di costi e sproporzione rispetto ai risparmi energetici potenziali, devono essere dettagliatamente descritti e giustificati in apposita relazione tecnica a firma di un progettista o tecnico abilitato che contenga gli elementi di esonero dall’obbligo di installazione.
Anche in questo caso, sono diverse le procedure per la corretta gestione degli impianti e la regolazione della temperatura interna degli ambienti, di periodi e orari giornalieri di accensione e della temperatura dell’acqua che viene inviata all’impianto di riscaldamento. Il responsabile dell’impianto è incaricato della gestione della centrale termica condominiale, compresa l’impostazione delle date di accensione e spegnimento dell’impianto e degli orari giornalieri d’accensione per l’intero edificio. Agli utenti è demandata la gestione della temperatura interna e del funzionamento del proprio impianto, sulla base dei dispositivi installati.
Di seguito si riportano le configurazioni più frequenti nelle abitazioni con impianto di riscaldamento centralizzato (configurazioni A, B, C), accompagnate dall’indicazione sintetica delle modalità di regolazione, che saranno approfondite nei capitoli successivi dedicati a ciascuna tipologia di dispositivo.
Configurazione A
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Regolazione temperatura interna tramite valvole termostatiche
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Regolazione orari di accensione tramite programmatore in centrale termica, da parte del terzo responsabile
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Regolazione temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento tramite termostato di caldaia, da parte del terzo responsabile
Configurazione B
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Regolazione temperatura interna tramite valvole termostatiche
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Regolazione orari di accensione tramite programmatore in centrale termica, da parte del terzo responsabile
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Regolazione temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento automatica tramite sonda esterna di temperatura
Configurazione C
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Regolazione temperatura interna tramite (crono)termostato di zona
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Regolazione orari di accensione tramite cronotermostato di zona, comunque all’interno della finestra oraria impostata dal responsabile dell’impianto
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Regolazione temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento automatica tramite sonda esterna di temperatura
Come già evidenziato per gli impianti autonomi, anche per i centralizzati esistono casi in cui non è installato alcun sistema di termoregolazione. È il caso, ad esempio, degli edifici in cui la non fattibilità tecnicoeconomica abbia consentito di derogare agli obblighi esistenti (configurazioni D, E).
Configurazione D
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Impossibile regolare la temperatura interna degli ambienti
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Impossibile regolare gli orari di accensione in maniera automatica
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Regolazione temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento tramite termostato di caldaia, da parte del terzo responsabile
Configurazione E
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Impossibile regolare la temperatura interna degli ambienti
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Regolazione orari di accensione tramite programmatore in centrale termica, da parte del terzo responsabile
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Regolazione temperatura di mandata dell’acqua di riscaldamento tramite termostato di caldaia, da parte del terzo responsabile.